COMUNICATO STAMPA
Siamo di nuovo costretti a registrare la morte di un orso marsicano e purtroppo a rendere la notizia ancora più grave è il fatto che si tratti di una femmina dall’apparente età di 5-6 anni quindi sulla soglia di iniziare la sua vita di riproduttrice. Tale perdita in una piccola residuale popolazione di orsi arreca un danno gravissimo alle speranze di sopravvivenza della popolazione a medio-lungo termine.
Il primo comunicato del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise riporta che l’animale presentava i sintomi di una grave malattia, sintomi che sembrano richiamare quelli dell’orso maschio recuperato ai prati del Sirente nel Gennaio 2012 e poi deceduto e quelli di un altro orso ritrovato morto nei pressi della Riserva della Duchessa nel Dicembre del 2008. Ebbene, in questo caso diamo atto al PNALM di aver tempestivamente reso noto il ritrovamento dell’animale, ma ci auguriamo che il resto della storia abbia esito diverso da quello relativo alle due precedenti morti che abbiamo appena ricordato. La causa di morte di entrambi gli orsi (Sirente e Duchessa) rimase infatti avvolta nelle nebbie delle reticenze e dei “si dice” senza giungere mai ad essere acclarata ufficialmente e senza margini di dubbio. Le cause di altre morti violente, se non tutte, ed in primis quella dell’orso Stefano dello scorso anno nel versante molisano del Parco continuano a rimanere sconosciute nonostante le tante parole spese da i più variegati personaggi, tra gli altri l’allora Ministro Orlando, i vertici del Corpo Forestale ed il Presidente del PNALM, l’IZP.
Ebbene questa volta l’animale è stato recuperate ancora vivo, i prelievi e la successiva necroscopia non potrebbero essere stati più tempestivi e quindi l’opinione pubblica si aspetta una parola chiara e definitiva sulla causa di morte e non tollererà alcun ritardo o ambiguità in questa triste vicenda poiché ne va della sopravvivenza della specie. Se infatti risultasse che la causa di quest’ultimo decesso fosse una tra le patologie di cui è portatore il bestiame domestico e altre specie di fauna selvatica, si dimostrerebbero attuali gli allarmi che da anni le associazioni lanciano sull’incompatibilità dell’allevamento intensivo in aree del Parco Nazionale che – istituzionalmente dedicate alla conservazione dell’orso e della fauna selvatica – sono invece da anni invase da mandrie di bovini.
Aspettiamo quindi di conoscere le cause di morte di quest’orsa in tempi che devono essere nell’ordine di qualche settimana, di ogni ulteriore ritardo chiederemo conto al PNALM e al nuovo Ministro dell’Ambiente, questo sconosciuto, che in quanto ad impegno nella conservazione dell’animale simbolo della fauna italiana deve ancora battere un colpo !