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Comunicato Stampa: La gestione del Parco dei Monti Simbruini

1 Giugno 2016 | Non categorizzato

La gestione del Parco dei Monti Simbruini … ovvero come distruggere la più importante area protetta laziale !

 

COMUNICATO STAMPA

 

La noncuranza e la sciatteria con cui viene gestito un territorio tra i più belli dell’Appennino centrale e l’arroganza dei suoi organi dirigenti sono uno scandalo nella già scandalosa politica ambientale della giunta Zingaretti.

È solo del 7 Maggio scorso l’ultimo insulto inferto al territorio, teoricamente “protetto”, del Parco Regionale dei Monti Simbruini dal “Terzo raduno Panda 4×4 Vallepietra” addirittura con il patrocinio del Parco stesso! L’itinerario previsto, in pieno Sito di interesse comunitario  (IT6030040 Monte Autore e Monti Simbruini centrali) e Zona di Protezione Speciale “Monti Simbruini ed Ernici ha interessato in particolare l’altipiano del Renga e l’anello Vallepietra – Camporotondo con divertenti varianti (gimkane) direttamente su  prati considerati “Habitat prioritari” e/o insufficientemente rappresentati a livello comunitario inseriti nell’allegato I della Direttiva 92/43/CEE.

Identica sensibilità mostrata nel Settembre del 2015 con l’autorizzazione concessa all’organizzazione del “Rally di Roma“ attraverso aree delicatissime a pieno titolo parte dell’areale dell’orso bruno marsicano che timidamente si riaffaccia sui Simbruini e che l’attuale dirigenza del Parco fa di  tutto per scacciare nonostante gli impegni sottoscritti dalla Regione Lazio e dal Parco stesso. Tutto ciò appunto  in netto contrasto con quanto richiesto dall’Azione B7 del PATOM sottoscritto dalla Regione Lazio, e dalla delibera regionale siglata il 27 Marzo 2014 e convertita in delibera regionale.  Non solo, l’egregio Direttore Dott. Gramiccia  ignora la precisa richiesta della nostra associazione se siano state rilasciate le necessarie autorizzazioni ed in particolare se per l’auto raduno  sia stata effettuata la Valutazione di Incidenza come stabilito dall’art. 6 della Direttiva Comunitaria “Habitat” 92/43/CEE (recepita con il DPR n. 357 del 8.9.1997 e ss.mm.ii.), per valutare l’incidenza del disturbo antropico di tale manifestazione e del traffico veicolare indotto sulle specie e gli habitat di interesse comunitario che il Parco stesso è deputato a tutelare.

L’associazione si è naturalmente fatta carico di inviare al Dott. Gramiccia una documentazione fotografica di quel che è avvenuto durante l’auto raduno poichè ci rendiamo tristemente conto di come il Direttore non abbia nemmeno la più pallida idea di cio che accada nel territorio affidato alla sua (sic!) gestione … ci sorprende però che lo stesso mostri tutta la sua noncurante arroganza non degnando l’associazione , ovvero i  cittadini,  almeno di una cortese risposta.

Se eventi di grande impatto ambientale come rally e auto raduni vengono addirittura battezzati dalla spensierata gestione Gramiccia-Panzini, non c’è da stupirsi della assoluta inerzia nei confronti del problema della chiusura delle strade forestali, uno degli obiettivi del Progetto Life Arctos, a cui  il Parco ha preso parte: una grande quantità di carrarecce e piste forestali tutte rigorosamente aperte consente lo spostamento e la penetrazione di veicoli a motore un pò dappertutto, se si escludono piccole aree che per il carattere impervio si difendono da sole. Dove non arriva ancora la pista battuta, arrivano comunque le moto da trial o il quad (attività anche queste completamente fuori controllo e mai sanzionate) a crearne di nuove. Due sbarre installate con fondi PATOM a Fiumata in Comune di Filettino sono sempre rimaste aperte, tipico esempio di spreco di denaro pubblico  (Valle di Fonte Radica e Valle di Fosso Corore).

Inutile sottolineare come la proliferazione delle vie di penetrazione all’interno del territorio montano non può che favorire il perpetrarsi indisturbato di reati ai danni del patrimonio faunistico e vegetazionale, come l’asporto abusivo di legname o il bracconaggio, fenomeni la cui reale diffusione è evidente a chiunque frequenti con una certa sistematicità il territorio del Parco.

Salviamo l’Orso chiede al Dott. Vito Consoli  dirigente dell’ufficio regionale “Ambiente e sistemi naturali” e rappresentante della Regione Lazio al tavolo dell’Autorità di gestione del PATOM come può conciliarsi una tale situazione di sfascio con gli impegni da Lui presi in rappresentanza della Regione Lazio con l’ADG,  il Ministero e le stesse associazioni e chiede al Dott. Gramiccia per quale motivo egli continui ad evitare di rispondere alle lettere dell’associazione, poichè tra le altre cose saremmo curiosi di conoscere i motivi e le ragioni che giustificano il patrocinio da lui concesso alla sistematica opera di distruzione di natura protetta effettuata dalle Panda 4×4.