Un lavoro importante per la sicurezza di uomini ed animali di cui ringraziamo il Parco e le amministrazioni comunali (poche) che si sono attivate dopo anni di incuria ed indifferenza. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo dato una mano, cosi come lo hanno fatto anche il WWF e Orso&Friends. La riflessione finale che ci piace condividere con voi che seguite la nostra pagina è che facendo rete e lavorando assieme gli interventi delle associazioni e degli Enti sono più efficaci.
A seguito del triste incidente accaduto nel 2018, quando tre orsi morirono annegati in una vasca di raccoglimento delle acque piovane situata fuori dai confini del Parco e all’interno di una proprietà privata, l’Ente ha avviato un lungo e accurato percorso di censimento e bonifica delle potenziali situazioni di rischio per la fauna selvatica e per l’orso in particolare.
Le strutture censite ed identificate come pericolose sono in tutto 30 (24 su terreni comunali e 6 su terreni privati). Una volta identificate le strutture pericolose sono stati individuati, attraverso un processo di coinvolgimento dei portatori di interesse, il soggetto o i soggetti che dovevano e potevano provvedere ad una loro definitiva messa in sicurezza. La gran parte degli interventi è stata eseguita tra il 2019 e il 2020.
In totale, nel corso del 2021, sono state messe in sicurezza 20 strutture di cui: 6 da parte dell’Associazione Salviamo l’Orso, 5 da parte dei Comuni interessati, 2 da Salviamo l’Orso iniseme a WWF Abruzzo, 2 da parte dall’Associazione Orso & Friends, 1 da parte del WWF Abruzzo. Il Parco ha provveduto alla realizzazione dell’intervento più impegnativo e consistente, sia da un punto di vista economico sia della sicurezza, sistemando 3 cisterne estremamente pericolose situate sul terreno comunale di Collelongo (Pozzo delle vacche – Pozzo di Sante – Fontignano), all’interno dell’Area Contigua, in una zona abitualmente frequentata da fauna selvatica e dove in passato sono caduti anche animali domestici.
Per 2 delle restanti 10 strutture pericolose i lavori, ad opera dei Comuni di Pescosolido e di Alvito, sono in procinto di iniziare. Nelle altre 8 strutture la responsabilità a procedere nel più breve tempo possibile rimane in capo ai soggetti titolari delle stesse: l’ENEL in 3 casi (2 strutture a Pizzone e 1 a Picinisco), soggetti privati o altri Comuni. Questi saranno sollecitati a provvedere. Il Parco continuerà costantemente il monitoraggio delle strutture e del territorio, al fine di verificare che le misure di protezione implementate restino attive e funzionanti nel tempo.