Con un Comunicato Stampa le associazioni Salviamo l’Orso, LIPU, Stazione Ornitologica Abruzzese e ALTURA si schierano pesantemente contro il progetto di nuovi impianti da sci all’interno del Parco Nazionale della Maiella che costerebbe alla comunità 23,7 milioni di euro.
Nessun investimento viene destinato a riorientare l’offerta turistica e organizzare adeguatamente i servizi per destagionalizzarli, nonostante l’esistenza del Parco nazionale e il turismo naturalistico estivo stia esplodendo. Le associazioni evidenziano che alla fine vengono stralciati e rimandati a data da destinarsi tutti gli interventi promessi nella scheda Masterplan originaria di miglioramento dei servizi, concentrando tutti i soldi sulle infrastrutture pesanti, cioè su un faraonico impianto costituito da: uno stazzo a Roccamorice dalla modica cifra di 11,46 milioni di euro (!), un impianto di innevamento artificiale da 6,7 milioni di euro e tre parcheggi, a Roccamorice (2,2 milioni di euro), Lettomanoppello (2,6 milioni) e Pretoro (0,8 milioni) per un totale appunto di 23,7 milioni.
Non basta: per il nuovo impianto si spenderebbero 901.810 euro annui per i soli costi di gestione dell’impianto di risalita, tra l’altro considerando un prezzo dell’energia elettrica assolutamente fantasioso, 0,15 euro kWh l’anno, e senza contare il sistema di innevamento! Il bello è che non vi è un nome e cognome del soggetto che si andrebbe a sobbarcare questi oneri. I 23,7 milioni previsti per questo impianto si vanno a sommare a 12 milioni di euro a Monte Piselli nel teramano, 20 milioni di euro per una nuova strada a Prati di Tivo e 10 milioni per gli impianti a Ovindoli.
Le parole del nostro Presidente Stefano Orlandini: “Si continua a puntare sulle infrastrutture pesanti in ambienti delicati e tutelati sia da parchi che da siti Natura2000 protetti a livello europeo, quando il turismo sta andando in tutt’altra direzione. In ultimo, non hanno niente da dire Direttore ed Ufficio Faunistico del Parco sulle ricadute che questa infrastrutturazione pesantissima avrà sulla lenta ricolonizzazione nel territorio da parte dell’orso marsicano? A cosa servono i progetti LIFE come quello attualmente in corso “LIFE Arcprom – Bentornato Orso gentile!” – se non si garantisce alla specie una zona franca da attività umane cosi impattanti?”