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Uccisione dell’Orsa Amarena: la Procura di Avezzano chiude le indagini, contestato a Leombruni il reato di uccisione di animali aggravata da crudeltà e spari pericolosi

25 Giugno 2024 | comunicati stampa

Uccisione di animali aggravata dalla crudeltà e dagli spari pericolosi, questa è l’imputazione finale che il Procuratore capo di Avezzano, Maurizio Cerrato, ha contestato ufficialmente ad Andrea Leombruni, macellaio di San Benedetto dei Marsi.

Dopo circa 10 mesi dal fatto, quindi, è stata ufficialmente chiusa l’indagine sull’uccisione di Amarena, un’orsa che era simbolo e speranza dell’esigua popolazione di orso marsicano confinata da 100 anni sulle montagne dell’Appennino centrale all’interno dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle sue immediate vicinanze, un’uccisione senza alcun motivo avvenuta nella notte fra il 31 agosto e l’1 settembre 2023 a San Benedetto dei Marsi, nei pressi dell’abitazione dello stesso imputato.

Subito dopo l’uccisione di Amarena Salviamo l’Orso diede incarico allo Studio Legale Pezone, che cura i nostri interessi da molti anni, di presentare alla Procura della Repubblica di Avezzano un esposto sui fatti. L’esposto depositato in Procura il 3 di settembre 2023 ci permetterà ora di accedere ai risultati delle perizie eseguite su ordine del magistrato e quindi di preparare la costituzione di parte civile della nostra associazione nel processo contro l’imputato a cui prenderemo parte tramite lo Studio Legale che ci rappresenta.

Come annunciammo nel settembre del 2023, in caso di condanna dell’imputato (condanna che riteniamo certa) chiederemo a Leombruni in sede civile un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di Tribunale come è accaduto a colui che nel 2014 uccise un orso a Pettorano in circostanze simili, e se Dio vuole alla fine del procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi. Lo abbiamo promesso ad Amarena ed a tutti gli abruzzesi e gli italiani che nello scorso settembre ci chiesero di mobilitarci ed impegnarci affinché questa stupida ed inutile violenza contro un’orsa ed i suoi piccoli non rimanesse impunita. Costringeremo l’imputato a ripensare spesso alla serata del 31 agosto 2023 e a chiedersi se forse non sarebbe stato molto meglio per lui chiamare i guardiaparco e lasciar perdere il fucile, i suoi polli gli sarebbero sicuramente costati di meno.