Nella suggestiva cornice di Villetta Barrea, uno dei borghi situati nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), si è tenuta nella mattinata di oggi la conferenza stampa di presentazione dell’applicazione WADAS, acronimo di Wild Animal Detection and Alert System (“sistema di rilevamento e allerta della fauna selvatica”).
Il progetto, fortemente voluto e sostenuto da Salviamo l’Orso, è stato realizzato in collaborazione con il PNALM e l’Università degli Studi dell’Aquila, con il supporto tecnico di aziende multinazionali leader nell’innovazione quali Intel e Reolink, ed ha l’obiettivo di realizzare un’applicazione software, basata su un motore di intelligenza artificiale, che consenta l’identificazione di animali selvatici in situazioni di pericolo ed il monitoraggio dei loro spostamenti sul territorio, dentro e fuori le aree protette, così da facilitare la coesistenza tra fauna selvatica e comunità locali.
Come spiegato ai giornalisti presenti in sala da Stefano Dell’Osa, Team Leader del progetto, WADAS offre funzionalità di rilevamento (detection) che consentono di elaborare le immagini e i video catturati dalle telecamere dislocate sul territorio nei quali si rinviene la presenza di animali; una volta avvenuto il rilevamento, l’applicazione passa alla classificazione dell’animale in base alla specie e, grazie all’AI, consente di inviare agli operatori una notifica in tempo reale, minimizzando il rischio di falsi positivi.
Grazie a WADAS, dunque, potranno essere sviluppati dispositivi remoti – come segnali stradali con indicatori luminosi e/o display, mangiatoie provviste di meccanismi di apertura/chiusura motorizzati – pensati per contrastare gli incidenti in corrispondenza di strade e ferrovie, e per evitare potenziali episodi di conflitto causati da animali che potrebbero potenzialmente avvicinarsi a centri abitati o fattorie, spinti dalla fame e attirati da fonti di cibo facilmente accessibili.
“I risultati dei primi test sul campo condotti dall’inizio di quest’anno – ha spiegato Dell’Osa – mostrano una percentuale di accuratezza nelle rilevazioni e classificazioni degli animali selvatici del 97,4%, confermando l’affidabilità della soluzione open source, offerta gratuitamente dal team di sviluppatori”.
La tutela degli animali selvatici, in particolar modo delle specie protette o a rischio di estinzione, nelle aree antropizzate del territorio italiano è un tema complesso che richiede sforzi condivisi per rispondere alle numerose sfide che pone. Un obiettivo che Salviamo L’Orso ritiene da sempre di dover affrontare attraverso un approccio multistakeholder, ossia attraverso il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse che possono essere utili alla causa: in questo caso, la protezione di quell’immenso patrimonio naturale costituito dalla fauna selvatica dell’Appennino Centro Meridionale e, se come si spera l’applicazione avrà successo e verrà utilizzata anche altrove, dell’intero Pianeta soprattutto laddove vi è un’alta concentrazione di aree antropizzate.
A supportare il progetto, e l’unione intelligente tra tecnologia e conservazione, è anche Stefano Orlandini, Presidente di Salviamo L’Orso, che ha spiegato come “il progetto nasca dall’intuizione e dalla perseveranza di un nostro socio – Stefano Dell’Osa – e si pone in linea con l’attenzione che da sempre dedichiamo alla mitigazione del rischio di investimento stradale della fauna di grossa taglia. Quest’ultima è, infatti, una delle prime cause di mortalità per l’orso bruno marsicano, oltre che un pericolo costante per gli automobilisti, come dimostrato dai frequenti incidenti avvenuti negli ultimi anni e che coinvolgono svariate specie selvatiche”.
Luciano Sammarone, Direttore del PNALM presente in sala con i giornalisti, ha aggiunto che “la tecnologia ha un ruolo cruciale nel monitoraggio faunistico, offrendo strumenti avanzati per la conservazione e la gestione della biodiversità. Alcuni strumenti tecnologici consentono infatti di monitorare specie e habitat riducendo il disturbo e fornendo informazioni preziose per la pianificazione di strategie di conservazione efficaci. L’uso di software di analisi dei dati e intelligenza artificiale permettono di elaborare grandi quantità di informazioni in tempi rapidi, identificando tendenze e minacce che potrebbero passare inosservate con metodi tradizionali”.
Altre Informazioni: Salviamo l’Orso | WADAS | Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise | Università degli Studi dell’Aquila | WADAS e Intel
> Scarica il comunicato stampa in versione integrale.