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Orazio Tatangelo, allevatore di Gioia dei Marsi le cui vacche sono state respinte a valle dopo aver occupato un’area non consentita dalla Legge Regionale

24 Maggio 2020 | Non categorizzato

Orazio Tatangelo, allevatore di Gioia dei Marsi le cui vacche sono state respinte a valle dopo aver occupato un’area non consentita dalla Legge Regionale che regola la monticazione del bestiame, ha postato sulla sua pagina FB la sanzione che ha ricevuto dai Guardiaparco e se ne lamenta come di un’ingiustizia subita.
Tatangelo dice che le vacche gli sono scappate per colpa dei lupi, ma né lui né i suoi pastori hanno mai provato a riportare indietro le bestie che stazionavano a Templo e solo la segnalazione di una vacca agonizzante ormai da alcuni giorni, fatta da 2 escursionisti ai Carabinieri Forestali e ai Guardiaparco, ha permesso all’Ente Parco di capire che le vacche erano state portate alla monticazione in anticipo. Benissimo fanno l’Ente e i Comandi stazione dei CC Forestali a controllare cosa accade a Gioia dei Marsi, territorio purtroppo famoso per una serie di gravissime irregolarità che si succedono sin dal 2007, quando una capra imbottita di veleno da ignoti mai identificati fece strage di 3 orsi (tra cui l’indimenticabile Bernardo), 4 lupi e varia altra fauna minore. Poi dal 2013 al 2014 fu la volta dell’epidemia di TBC bovina che causava la morte di un’orsa femmina che si era cibata della carcassa di una vacca morta della malattia e mai rimossa, senza contare il costoso intervento organizzato allora da Parco e Forestali per raccogliere più di 30 vacche abbandonate in montagna da anni senza alcun controllo sanitario e la conseguente denuncia del proprietario. Infine, nel 2015 la scoperta da parte dei Carabinieri e della Forestale di una rete di macelli clandestini da Pescina alla Ciociaria che immettevano illegalmente carne sul mercato e in alcuni ristoranti senza i necessari controlli sanitari, con grave pericolo per la salute umana. Insomma, nessuno vuol penalizzare gli allevatori che fanno il loro mestiere ottemperando a leggi e regolamenti, ma i controlli devono necessariamente essere severi a tutela della preziosa fauna selvatica del Parco Nazionale, della salute del bestiame domestico, della salubrità del territorio marsicano e della salute dei consumatori. Noi questo lo abbiamo sempre detto, ma non solo, abbiamo addirittura speso denaro nostro per riqualificare e ricostruire un fontanile dove si abbeverano proprio le bestie del Sig. Tatangelo, per cui non siamo certo noi o il Parco i nemici degli allevatori onesti!